Alcune normative di riferimento (aggiornato al 10 Aprile 2015)

SICUREZZA

Norma italiana UNI 7697 - Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie.
La norma fornisce i criteri di scelta dei vetri da usarsi, sia in esterni che in interni, in modo che sia assicurata la rispondenza fra prestazioni dei vetri e requisiti necessari per garantire la sicurezza all’utenza.
La norma 7697 deve essere considerata uno strumento di lavoro quotidiano da tutti gli operatori del settore (progettisti, imprese di costruzione, serramentisti, vetrai e rivenditori).

Vetri antincendio o resistenti al fuoco
Nelle misure di prevenzione degli incendi, è fondamentale scegliere oculatamente i materiali da utilizzare nella costruzione, in funzione della loro resistenza al fuoco. Si devono usare materiali testati e classificati documentati dalle attestazioni di prova emesse da laboratori certificati, che determinano le caratteristiche dei campioni in prova su apparecchi omologati ed in condizioni standard. Per la resistenza al fuoco le classi sono quelle dei materiali incombustibili, non infiammabili o difficilmente infiammabili. Il vetro e le lastre di vetro prodotte hanno le migliori classificazioni e in particolare incombustibili, per tutti i vetri monolitici e non infiammabili, per la maggior parte degli stratificati.

Vetri temprati di sicurezza
Frutto di una intensa ricerca di laboratorio, la tecnica della tempra risale al 1959 quale adeguata risposta alla domanda dell'industria automobilistica. 
Questo procedimento consiste in un raffreddamento assai rapido del vetro mediante un soffio d'aria - in pochi secondi il vetro passa da 600° a 300° - che aumenta la resistenza del vetro. E' utilizzato per la fabbricazione dei vetri per le automobili, per l'edilizia e per quelle applicazioni speciali in cui è richiesto un particolare grado di sicurezza. Sotto un colpo violento il vetro temprato, se si rompe, si frantuma in una moltitudine di piccoli frammenti di vetro non taglienti.

Vetri stratificati di sicurezza - UNI EN ISO 12543
Insieme composto da due o più strati di vetro unite insieme con uno o più intercalari plastici (generalmente PVB - polivinilbutirrale). in caso di rottura, l’intercalare serve a trattenere i frammenti di vetro, limita le dimensioni dell’apertura, offre resistenza residua e riduce il rischio di ferite da taglio e perforazione.Il numero di lastre di vetro e di intercalari determina il livello di sicurezza in termini di protezione delle persone o dei beni.

Vetri antinfortunio - UNI EN 12600
Prova del pendolo - metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano. 
La prova simula l’impatto di un corpo umano contro una lastra di vetro. Il vetro viene classificato in funzione dell’energia necessaria a determinarne la rottura e le modalità di rottura (B=tipica del vetro stratificato). Quando, per la rottura del vetro, si possa cadere nel vuoto da un’altezza ≥ 1 m solo i vetri stratificati con classe prestazionale minima 1(B)1 rispondono a questa esigenza.


Vetri antieffrazione e antivandalismo- UNI EN 356
Resistenza contro l’attacco manuale - Prestazioni antivandalismo (categorie di resistenza da P1A a P5A - prova della sfera d’acciaio). L’attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d'urto associati, descritti dalla norma EN 356 ("Vetro per l'edilizia - Vetro di sicurezza - Collaudo e classificazione della resistenza all'attacco manuale"), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.

Resistenza contro l’attacco manuale - Prestazioni anti-crimine (categorie di resistenza da P6B a P8B - prova dell’ascia).  Per questo campo di impiego la norma UNI EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello.

Vetri antiproiettile - UNI EN 1063

Resistenza ai proiettili di pistole e fucili - la norma  ha definito 7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da questa armi (classi da BR1 a BR7).

Resistenza ai proiettili di fucili da caccia (SG) - la classificazione è trattata in modo specifico nella norma che contempla due classi di resistenza (SG1 e SG2).

Si distinguono vetri che sotto l’effetto del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS).

I campi di impiego fanno riferimento alle norme europee o nazionali corrispondenti quali, ad esempio: 

Protezione dal rischio di ferite in caso di urti accidentali 
Di norma, i vetri adatti allo scopo sono quelli la cui definizione normativa è completata dal termine "sicurezza". Si tratta in particolare delle vetrate di sicurezza temprate o stratificate che rispondono rispettivamente alla norma EN 12150 "Vetro per l'edilizia - Vetro di sicurezza sottoposto a tempra termica" e alla norma EN 12543-2 , Parte 2: "Vetro stratificato di sicurezza”.

Protezione dal rischio di caduta di oggetti su coperture vetrate 
I vetri stratificati evitano il passaggio attraverso la parete vetrata di un oggetto in caduta accidentale e garantiscono una stabilità residua del vetro dopo l'urto per la protezione delle zone di attività e di passaggio sottoposte. Anche i vetri temprati possono rispondere alle normative nazionali in materia.

Protezione dal rischio di caduta delle persone 
I vetri stratificati rispondono alle esigenze anche in questo campo di impiego. Secondo le normative nazionali, potranno essere vetri temprati, purché stratificati.

Protezione dagli atti vandalici e dall'effrazione: primo livello 
L'attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d'urto associati, descritti dalla norma EN 356 ("Vetro per l'edilizia - Vetro di sicurezza - Collaudo e classificazione della resistenza all'attacco manuale"), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.

Protezione rinforzata dagli atti vandalici e dall'effrazione
Per questo campo di impiego, la norma EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello. I vetri stratificati sono in grado di rispondere al livello di protezione desiderato.
Protezione da proiettili di fucili a palla 
La classificazione è trattata in modo specifico nella norma EN 1063 che contempla diverse classi di resistenza (SG1 e SG2). La gamma dei vetri stratificati è in grado di resistere agli impatti di questi proiettili.
Protezione da proiettili di arma da spalla o da pugno
La norma EN 1063 ha definito 7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da queste armi (da BR1 a BR7). Si distinguono vetri che sotto l'azione del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS).

Vetri di sicurezza acustici
Vetri costituiti da due o più lastre di vetro con uno o più intercalari di PVB, di cui almeno un PVB acustico. 
Prestazioni acustiche di alto livello che migliorano il comfort abitativo.
Prestazioni meccaniche equivalenti a quelle del PVB tradizionale (non acustico). I vetri stratificati di sicurezza acustici possono essere inseriti in vetrata isolante/tripla vetrata arrivando ad un indice acustico massimo di Rw = 51 dB. 
Variando i supporti in vetro - che compongono il vetro stratificato - è possibile ottenere funzioni supplementati (isolamento termico, controllo solare, funzioni decorative). 

Vetri antiscivolo
Vetri impiegati nel settore edile. Ideali per pavimentazioni e scale sia per interni che per esterni. Uno speciale processo di satinatura conferisce ai vetri una resistenza allo scivolamento che può essere valutata in base a:
- Decreto Ministeriale Lavori Pubblici del 14 Giugno 1989 che fa riferimento al Metodo BCR indicando il minimo valore accettabile in µ > 0,40.
I valori di riferimento BCR (Rep Cec. 6/81) sono:
µ ≤ 0,19 scivolosità pericolosa;
0,20≤µ≤0,39 scivolosità eccessiva;
0,40≤µ≤0,74 attrito soddisfacente;
µ≥0,75 attrito eccellente.

norma tedesca DIN 51130 che suddivide in classi “R” la resistenza allo scivolamento.


Vetri con i LED
Vetri stratificati con Light Emitting Diodes (sorgente luminosa a basso consumo e ad alto rendimento) monocromatici o RGB (Red-Green-Blue) incorporati, che combinati generano qualsiasi colore. I LED vengono alimentati attraverso un rivestimento invisibile ad elevata conducibilità elettrica, le cui piste vengono tracciate con il laser.
I vetri con i LED possono essere gestiti con programmi automatizzati (DALI - DMX).

Vetrate triple
Costituite da tre lastre di vetro che possono essere monolitiche, stratificate di sicurezza o stratificate di sicurezza acustiche e da due intercapedini.
Per ottenere le migliori prestazioni termiche si utilizzano due lastra con coating magnetronico bassoemissivo - solitamente in pos. 2 e in pos. 5 - e si riempiono le due intercapedini con gas Argon o Krypton al 90%. E‘ possibile raggiungere valori di isolamento termico molto ridotti. Non porta invece alcun contributo l’aggiunta di un terzo coating bassoemissivo in faccia 3 o 4 (lastra intermedia).

Vetri extrachiari
Sono vetri float la cui composizione si distingue per il basso contenuto di ossidi di ferro. Vetri dall’impareggiabile trasmissione luminosa (>91% nello spessore 4 mm).
L’eccellente indice di resa colore garantisce un eccezionale aspetto esttico. In qualunque spessore questo tipo di vetro rimane perfettamente neutor a conferma della sua assoluta purezza.


Efficienza ENERGETICA

La vetrata isolante e il risparmio energetico
Gli efficaci strumenti normativi introdotti dalle politiche comunitarie in materia di risparmio energetico, di rispetto dell’ambiente ed di comfort in edilizia, interessano in modo importante e diretto il vetro piano, elemento base nella realizzazione dei serramenti, e le lane di vetro per l’isolamento delle superfici opache degli edifici stessi.

Gli obiettivi di efficienza energetica in edilizia che il nostro Paese si è impegnato a raggiungere, anche nel rispetto del protocollo di Kyoto, sono perseguibili percorrendo sostanzialmente e contemporaneamente due differenti strade:

a) costruire i nuovi edifici ad alta efficienza energetica, 
b) intervenire sul parco esistente per migliorarne le prestazioni.

Nel primo caso l’applicazione di vetrazioni ad alta efficienza energetica ed il ricorso ad un mirato isolamento delle superfici opache degli edifici, mediante materiali ad alta prestazione quali, appunto, le lane di vetro, rappresentano ormai lo standard per un’edilizia orientata verso il risparmio energetico e per una politica ambientale seria e lungimirante.

Nel secondo caso, l’applicazione di vetrazioni ad alta efficienza energetica, rappresentano di fatto un punto irrinunciabile, una tappa obbligatoria, senza la quale risulta pressoché impossibile, salvo rare eccezioni, raggiungere i valori del coefficiente EP imposti dai decreti 192/05 e 311/06.
E' inutile soffermarsi su valutazioni ed analisi di carattere scientifico e tecnico circa l'opportunità e l'efficacia dell'isolamento degli edifici; le indagini tramite termografia ad infrarosso da tempo ci aiutano a valutare concretamente l’ammontare dell’energia dispersa attraverso i serramenti che montano vetri singoli, o vetrate isolanti dalle prestazioni scadenti e ad apprezzare il grado di isolamento nei casi in cui vengano invece montate vetrate isolanti, con rapporti di efficienza che normalmente arrivano a valori di 6:1.
Il ruolo del progettista risulta quindi determinante, sia nella definizione delle soluzioni strutturali, sia nella scelta dei vari materiali, e dei vari elementi dell’edificio che devono integrarsi e convergere verso i risultati energeticamente ottimali.
Va dato atto che le competenze e le conoscenze tecniche maturate dal professionista sono ampie e di alto profilo e che l'approccio progettuale va sempre più al di là del dimensionamento strutturale e statico. Il professionista è ben consapevole, infatti, che deve tener ben presente nella progettazione la riduzione dei consumi energetici (riscaldamento; condizionamento; illuminazione; ventilazione), le condizioni ottimali di comfort (termico, estivo ed invernale; visivo; acustico); l'aspetto estetico (trasparenza; “relazione” con l’esterno; migliore uso della superficie) e gli altri elementi che qualificano l'edificio (durabilità; manutenzione; eco-compatibilità; ecc.).
I prodotti vetrari per serramenti o per facciate strutturali e gli aspetti a questi correlati sono:
La vetrata isolante 
Vetrata isolante con coating
Vetri a controllo solare 
Il Marchio UNI 
Il comfort termico 
La vetrata isolante
Le alte prestazioni del vetrata isolante, che ormai vengono facilmente raggiunte e garantite, si devono a diversi fattori, che concorrono contestualmente alla qualità ed all'efficienza del prodotto finale.

Per una maggiore comprensione dell’elemento prestativo, può essere utile ricordare come sia formata una vetrata isolante, la quale sostanzialmente è un sistema costituito da due lastre di vetro distanziate da un canalino metallico contenente una sostanza disidratante (la zeolite), e accoppiate ermeticamente per mezzo di una doppia sigillatura ottenuta tramite butile.

Anche il contributo del gas introdotto nell’intercapedine è importante, non solo per la sua ridotta conducibilità termica rispetto al vetro, ma anche perché le forze viscose del gas di riempimento impediscono l’innesco dei moti di convezione naturale all’interno dell’intercapedine, riducendo così la quantità di energia trasmessa, attraverso il sistema vetrato, dall’ambiente confinato verso l’esterno.

Vetrata isolante con coating
Il coating è il frutto della costante ricerca scientifica sviluppata dalle Aziende produttrici del vetro piano  al fine di poter garantire prestazioni migliori, più durature ed affidabili. 

Un vetro coatizzato (o rivestito) è quindi un vetro che presenta una faccia opportunamente trattata per ottenere da essa una riflessione selettiva specifica, in relazione all’obiettivo di isolamento prefissato in sede progettuale.

I metodi di applicazione del deposito sul vetro vengono distinti in pirolitico e magnetronico.

Il trattamento per pirolisi (coating pirolitico), prevede l’applicazione del deposito di ossidi direttamente lungo la linea di produzione della lastra. Con questa tecnologia gli ossidi metallici vengono fusi ed inglobati nella superficie della lastra di vetro attribuendo al deposito una certa resistenza verso gli agenti atmosferici; questa caratteristica consente l’applicazione del rivestimento su qualsiasi faccia, sia interna che esterna.
Il trattamento magnetronico (coating magnetronico) avviene tramite polverizzazione catodica, in campo elettromagnetico e sottovuoto spinto, di metalli e ossidi metallici su lastre di vetro. Questo tipo di applicazione migliora il grado di isolamento termico rispetto al primo, passando da valori di Ug = 1.4 W/m2 K a valori di Ug = 1.0 W/m2 K, sebbene presenti una stabilità inferiore rispetto alla precedente tecnologia, perché gli ossidi non vengono inglobati nella lastra di vetro.

In questa applicazione il deposito viene infatti posto in faccia 2 o 3, all’interno dell’intercapedine, per garantirne e mantenere elevata la sua prestazione.

Comportamento del coating bassoemissivo
L’applicazione del coating bassoemissivo conferisce alla vetrata isolante proprietà che permettono di non disperdere le radiazioni di calore dovute ai corpi caldi (infrarosso lontano).

Nello specifico, questo tipo di rivestimento agisce in un determinato campo di lunghezze d’onda, quelle dell’infrarosso lungo. Le vetrate isolanti su cui è montato un vetro bassoemissivo, acquisiscono la peculiarità quindi di riflettere le radiazioni elettromagnetiche che cadono nell’intervallo di banda che va da 2000 ÷ 2500 µm fino a ∞.

L’energia  raggiante presente negli ambienti confinati raggiunge l’elemento vetrato, ma anziché attraversarlo disperdendosi all’esterno, viene riflessa all’interno dell’ambiente stesso.

Vetri a controllo solare
Una particolare tipologia di coating applicato ad una vetrata può conferirle ulteriori caratteristiche selettive particolarmente richiesto per l’isolamento estivo.

A tal proposito è utile rimarcare infatti che il dal DPR 6 marzo 2009 recante attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, n. 192/05, e successive modificazioni, che ai commi 19 e 20 stabilisce che, in presenza di superfici vetrate con fattore solare minore o uguale a 0,5, il progettista non sia obbligato a valutare e documentare l’efficacia dei sistemi filtranti o schermanti delle superfici vetrate, al fine di ridurre l’apporto di calore per irraggiamento solare. 

Il DPR precisa inoltre che, qualora il progettista dimostri la non convenienza in termini tecnico-economici dell’applicazione di sistemi schermanti esterni, detti sistemi possono essere omessi solo in presenza di superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5.

Le vetrate a controllo solare utilizzano un particolare deposito in grado di aumentare il coefficiente di riflessione anche nell’intervallo delle lunghezze d’onda in cui ricade l’infrarosso corto. Tutto ciò si traduce in una riduzione dei carichi termici estivi, a vantaggio dell’energia risparmiata per il raffrescamento.

Un ulteriore elemento di interesse e di importanza è rappresentato dal fatto che applicando vetrate a controllo solare non viene compromesso il comfort visivo.

 “L’influenza del telaio”
Ai fini di un comportamento energetico ottimale del serramento, occorre considerare come il telaio partecipi allo scambio termico, sia in relazione alla sua dimensione rispetto alla superficie totale del serramento, sia in funzione dei materiali impiegati per realizzarlo.

La norma UNI EN ISO 10077 consente di valutare la trasmittanza del serramento in due differenti modi: tramite calcolo semplificato (UNI EN ISO 10077-1), oppure tramite calcolo agli elementi finiti (UNI EN ISO 10077-2) in combinazione al calcolo semplificato.

Si riporta, per praticità, l’algoritmo di calcolo  del valore di trasmittanza del serramento Uw:

Uw =  (Ag Ug + Af Uf + lg Ψ)/ (Ag + Af)

È evidente come il telaio (Af , Uf), in funzione della propria dimensione, e del materiale con cui è costituito incida sensibilmente sul valore di Uw del serramento complessivo. 

Essendo il valore di conducibilità termica del telaio, di qualsiasi materiale costituito, superiore a quello della vetrata isolante, un modo efficace per ottenere serramenti performanti, capaci di raggiungere prestazioni termiche ottimali, è quello di applicare vetrate con un valore Ug molto contenuto facendo ricorso, quando possibile, a serramenti ad una sola anta, proprio per sfruttare al massimo il contributo di isolamento dato dal vetro all’elemento finale.

ISOLAMENTO ACUSTICO

Classificazione acustica degli edifici

Premessa

La Legge comunitaria 2008 all'articolo 11 comma 5 riduce e condiziona l'ambito applicativo della legge n°447/95 in materia di requisiti austici passivi degli edifici o dei loro componenti, escludendone l'applicazione nei rapporti tra privati, ed in particolare tra costruttori-venditori ed acquirenti di alloggi sorti successivamente alla data di entrata in vigore della Legge medesima, limitazione che in alcun modo può essere considerata un’abrogazione.  

Inoltre il testo della nuova Legge comunitaria 2009 intende modificare tale formulazione riducendone ulteriormente il campo applicativo e prevedendo che "in attesa dell'emanazione dei decreti legislativi di cui al comma 1, l'articolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, si interpreta nel senso che la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti non trova applicazione nei rapporti tra privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi, fermi restando gli effetti derivanti da pronunce giudiziali passate in giudicato e la corretta esecuzione dei lavori a regola d'arte asseverata da un tecnico abilitato", estendendo così la deroga anche agli edifici esistenti e non solo ai nuovi.        

Il documento, all'art.15, riporta:

(...) "il Governo è delegato ad adottare, [...], entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico, di requisiti acustici degli edifici e di determinazione e gestione del rumore ambientale...".

In tale ambito e sempre con particolare riferimento all'isolamento acustico degli edifici, UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione, su richiesta del Ministero dell'Ambiente ha recentemente pubblicato la norma UNI 11367, attualmente volontaria, che rappresenta la base di riferimento per la riforma delle disposizione in materia di tutela dell'inquinamento acustico attraverso la regolamentazione dei requisiti di isolamento acustico degli edifici.

La norma UNI 11367
La recente norma UNI 11367 descrive il metodo per la classificazione acustica degli edifici e si propone di contribuire a da chiarezza sul vuoto normativo attuale ed a superare le difficoltà applicative che il DPCM 5 dicembre 1997 recante "Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici" ha incontrato negli ultimi anni, risultando di fatto disatteso.

La norma UNI 11367 definisce e disciplina la classificazione acustica di una unità immobiliare basata su misure effettuate al termine dell'opera e consente di informare compiutamente i futuri utenti sulle caratteristiche acustiche della stessa.

Tutte le fasi che convergono nel processo realizzativo dell'opera sono determinanti ai fini del risultato acustico: la progettazione, l'esecuzione dei lavori, la posa in opera dei materiali, la direzione dei lavori, le eventuali verifiche in corso d'opera, etc.

In fase progettuale risulta, quindi, di particolare importanza realizzar uno studio previsionale dei requisiti acustici passivi che riesca a stimare al meglio possibile le prestazioni da riscontrare a fine lavori. 

I calcoli previsionali possono essere eseguiti adottando le indicazioni riportare nelle norme serie UNI EN 12354 e nel rapporto tecnico UNI/TR 11175.

Per ottenere in opera valori congruenti con le prestazioni previste nel progetto, è di fondamentale importanza che il progetto stesso descriva con adeguato dettaglio i particolari costruttivi e le modalità di corretta esecuzione dei lavori e che nella fase realizzativa di cantiere vengano messi in atto gli opportuni controlli, Ciò per evitare che errori di posa possano comportare scostamenti, anche rilevanti, tra valutazione previsionale e risultato finale.
A tal fine possono essere di ausilio anche le indicazioni riportate nella norma UNI 11296.
Evidentemente le misura eseguite anche in corso d'opera consentono di attuare i necessari interventi correttivi nel caso in cui quanto misurato non  collimi con gli obiettivi prefissati.
E' opportuno che la progettazione dei requisiti acustici, i controlli in corso d'opera e le misure strumentali vengano eseguiti da tecnici con adeguata competenza in acustica edilizia.

Criteri di classificazione acustica degli edifici
I criteri stabiliti nella norma 11367 sono applicabili a tutte le unità immobiliari con destinazione d'uso diversa da quella agricola, artigianale e industriale. 
La qualità acustica degli edifici si descrive mediante le grandezza di valutazione delle prestazioni in opera degli elementi dell'edificio che delimitano e conformano gli ambienti delle unità immobiliari.
A tal proposito vengono considerati i seguenti requisiti prestazionali:
isolamento di facciata
isolamento ai rumori aerei di partizioni
livello di rumore da calpestio
livello sonoro immesso da impianti a funzionamento continuo
livello sonoro immesso da impianti a funzionamento discontinuo
Nota: in caso di edifici con destinazioni d'uso ricettiva (come ad esempio gli alberghi) dovranno essere considerati anche i fattori di isolamento acustico fra ambienti della stessa unità (per esempio tra le camere).

Ad ognuno di essi, in funzione del valore utile di isolamento acustico, cioè dal valore misurato corretto con l'incertezza di misura, viene attribuita una classe prestazionale che dovrà essere dichiarata nella certificazione acustica dell'edificio.

Le classi di riferimento sono 4: si passa dalla classe 1, che identifica il livello prestazionale più alto (ambiente silenzioso), alla classe 4 che identifica il livello prestazionale più basso (ambiente rumoroso).
Il livello prestazionale "di base" invece è rappresentato dalla terza classe, ma allo stato attuale la maggioranza degli edifici italiani esistenti non raggiunge i parametri della quarta classe.
Sulla base della classificazione dei requisiti prestazionali precedenti viene calcolata, tramite una media aritmetica, la classificazione acustica globale delle unità immobiliari che sarà obbligatoriamente accompagnata, sul certificato acustico dell'unità immobiliare, dalla classificazione di ogni singolo requisito considerato.
Le unità immobiliari la cui destinazione d'uso corrisponda a ospedali, case di cura o scuole (a tutti i livelli), non sono soggette a classificazione.
I requisiti acustici degli ambienti appartenenti a queste tipologie di unità immobiliari dovranno comunque essere valutate in riferimento a specifici valori di riferimento definiti dai due livelli seguenti:
una prestazione di base (obbligatoria)
una prestazione superiore (facoltativa)
Criteri per tipologie seriali
La norma stabilisce che nei sistemi edilizi caratterizzati da tipologie seriali, ovvero con elementi tecnici che si ripetono secondo schemi che dipendono dalle caratteristiche distributive, organizzative e funzionali degli ambienti delle unità immobiliari, è possibile adottare dei criteri di campionamento durante il processo di definizione dei livelli prestazionali per la determinazione della classe acustica, al fine di consentire il numero complessivo di determinazioni sperimentali necessarie per la valutazione della classe acustica delle unità immobiliari.
Il campionamento degli elementi tecnici (da sottoporre a determinate tipologie di prove) che compongono le diverse parti dell'unità immobiliare si basa sull'individuazione di insiemi omogenei da cui ricavare le prestazioni acustiche rappresentative dell'intero gruppo ed estendibili a tutti gli elementi tecnici dello specifico sistema edilizio in esame aventi le stesse caratteristiche.
In generale, un insieme di elementi tecnici può essere considerato omogeneo, cioè formato da elementi nominalmente uguali, e quindi oggetto di un possibile campionamento (in riferimento ad uno specifico requisito), qualora fra essi si verifichi l'identità di particolari condizioni.
Per ogni gruppo omogeneo Gh, relativo ad un requisito r, si dispone un numero Mh di elementi tecnici misurabili, da cui si estrae un campione composto da Ch elementi tecnici sottoposti a prova, dove Ch deve essere almeno pari al 10% del numero totale Mh, e comunque non minore di 3.
Per ogni requisito r si calcola il valore rappresentativo da assegnare ad ogni suo gruppo omogeneo Gh, corretto per tener conto dell'incertezza di campionamento.
Tale procedura necessita della scelta di un livello di fiducia, affidata al richiedente di classificazione, che risulta determinante nell'attribuzione della classe del requisito prestazionale, rappresentativa del gruppo omogeneo di riferimento.